Crazy Heart: recensione e trama del film diretto da Scott Cooper
Un film strepitoso, carico di emozioni che vi appassionerà e vi legherà ad esso fino alla fine.
Trama
Crazy Heart è un film del 2009 diretto da Scott Cooper Bad Blake (Jeff Bridges) è un cantante country con un grande passato alle spalle. A 56 anni e con 4 matrimoni finiti male, vive alla giornata suonando in locali di provincia aspettando una grande occasione per poter ritornare alla ribalta. Da anni ormai non scrive più canzoni, e sarebbe difficile farlo dato che è sempre ubriaco e con nessuna voglia di relazionarsi con altre persone, almeno fino a quando non incontra Jean (Maggie Gyllenhaal), una giornalista di un giornale locale che lo intervista. Nonostante la differenza di età Bad Blake si innamora della ragazza, anche lei con un matrimonio alle spalle, Jean è infatti una ragazza madre con un bambino di 4 anni, Buddy. Il ritorno all’amore per il cantante coincide con il ritorno sui palcoscenici che contano, viene infatti ingaggiato per aprire un concerto della giovane star Country Tommy Sweet (Colin Farrel), una sua vecchia conoscenza, l’allievo che ha superato il maestro. Tutto sembra andare per il verso giusto, ma l’alcool ormai è un grosso problema per Bad Bake, un problema che dovrà affrontare e risolvere prima che sia troppo tardi.
Il Successo
La pellicola ha vinto 2 Oscar meritati, Jeff Bridges come miglior attore protagonista, e “The Weary kind” come miglior canzone. La storia di Crazy heart forse non è delle più originali, ma nel complesso il film è recitato benissimo, una colonna sonora fatta di canzoni bellissime e una fotografia che toglie il fiato. Bad Blake, per suonare, percorre centinaia di chilometri al giorno, esibendosi ogni sera in una città diversa, ma riprende a scrivere canzoni solo abbandonando la strada, nel momento in cui suo malgrado è costretto a fermarsi (a causa di un incidente automobilistico ndr). La vera ispirazione poi arriva quando riesce a mettere da parte la bottiglia di Bourbon per ritornare ad abbracciare la chitarra e a suonare con il cuore
Molti registi per portare sullo schermo una storia di redenzione, di rivalsa, di espiazione spesso si sono affidati a pugili/lottatori o musicisti maledetti
Alcune storie sono vere, altre racconti di finzione.