Decreto penale di condanna, che cos'è e qual è la norma di riferimento
Presupposti e disciplina del procedimento per decreto, una forma di definizione anticipata del processo penale
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Nozioni generali
Il magistrato del pubblico ministero, una volte concluse le indagini preliminari, deve, qualora non ritenga di dover richiedere l'archiviazione degli atti, esercitare l'azione penale. L'obbligatorietà dell'azione penale è sancita dalla nostra Carta Costituzionale all' art. 112. Uno dei modi di esercizio dell'azione penale, come la richiesta di rinvio a giudizio o la richiesta di giudizio immediato, è la richiesta del decreto penale di condanna.
Disciplinato dall'art. 459 del Codice di Procedura Penale, rappresenta una forma di definizione anticipata del procedimento, attivabile solo dal magistrato del P.M. Secondo la disciplina codicistica, infatti, il decreto penale di condanna è il provvedimento con cui il giudice per le indagini preliminari applica, su richiesta del magistrato del P.M., senza la celebrazione di un processo,e quindi, inaudita altera parte, una pena pecuniaria, anche in sostituzione di una pena detentiva. Il giudice emette, pertanto, tale decreto, solamente quando è possibile applicare la sola pena pecuniaria. Se deve essere applicata una misura cautelare, il procedimento per decreto non è ammesso. Il giudice può anche non accogliere tale richiesta, nel qual caso restituirà gli atti al magistrato del P.M.
Dopo l'emissione del decreto, il reato per il quale si è stati condannati si estingue nel termine di cinque anni se si tratta di delitto, di due anni se si tratta di contravvenzioni e sempre che il condannato non ne commetta un altro della stessa indole. Con l'estinzione del reato si estingue ogni effetto penale. Come stabilito dall'art 459 C.P., la pena da infliggere può essere diminuita sino alla metà rispetto al minimo edittale. Non comporta il pagamento delle spese del procedimento né l'applicazione di pene accessorie.
L'opposizione
Nel termine di quindici giorni dalla notificazione del decreto, il condannato può proporre opposizione. Attraverso tale opposizione, il condannato può chiedere, oltre che il proscioglimento (ad esempio perché il fatto non sussiste o perché risulta commesso in presenza di una causa di giustificazione) l'applicazione di una pena concordata con il magistrato del P.M., il giudizio immediato, il giudizio abbreviato e l'oblazione. Anche l'oblazione, che rappresenta una definizione in via amministrativa di una controversia penale, prevede il pagamento di una somma di danaro, ma, e in ciò differenziandosi dal decreto penale di condanna, comporta l'estinzione del reato, che viene dichiarata dal giudice. E' ammessa, inoltre, solamente per le contravvenzioni.