San Raffaele: storia del santo
Raffaele è uno dei tre arcangeli comunemente accettati, insieme a Michele e Gabriele, insieme ai quali viene celebrato il 29 settembre. È patrono dei farmacisti (il suo nome significa “Dio guarisce”), ma anche dei giovani e degli sposi. Questa peculiarità e il lungo elenco degli istituti sanitari italiani e delle cliniche dedicati al suo nome, lungo tutta la penisola (a Roma e nei pressi del Monte Cassino i più noti), sono da collegare alla liturgia e al culto del santo, affascinanti e per molti versi rassicuratori.
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Il culto
Secondo la Bibbia, Raffaele era l’angelo che Dio mandò in risposta alle preghiere di Tobi, ebreo caritatevole, e Sara, giovane donna posseduta dal demonio Asmodeo, come narra il Libro di Tobia. Durante la prigionia in Assiria, Tobi divenne povero e cieco, inviò, quindi, il figlio Tobia a riprendere una somma di denaro custodita da un loro parente. Raffaele si offrì come guida con il nome Azaria, aiutando Tobia a liberare Sara, che diventò sua moglie, e a guarire Tobi. In questo testo, che però non è accettato in tutte le versioni, si parla di sette spiriti che possono entrare alla presenza di Dio, mentre in altre tradizioni l’unico Arcangelo è Michele.
Il miracolo
La parte che più incanta gli studiosi o i semplici credenti, relativamente a quanto si legge sui testi sacri, è quella relativa ai momenti di guarigione collegati a San Raffaele: secondo il vangelo di Giovanni, era proprio San Raffaele l’angelo (o arcangelo, secondo credenza) che agitò le acque durante il miracolo della guarigione di un paralitico da parte di Gesù: anzi, doveva essere la figura che si stagliava dietro ogni guarigione avvenuta nella piscina di Betzaetà – tale era il suo nome – scendendo a scuotere il pelo dell’acqua sollecitando i presenti (malati, infermi, giunti da tutto il mondo attirati dal potere terapeutico della piscina) a gettarvisi velocemente. Il primo, la cui fede aveva mosso più rapidamente degli altri il tuffo, veniva costantemente premiato con la guarigione, stando a quanto riportato dai sacri scritti.
La liturgia
Si tratta tuttavia di testimonianze venute alla luce, o rese pubbliche, molti secoli dopo la loro composizione, e molto dopo che nomi più longevi erano stati collegati ai vangeli: solo pochi secoli fa, inoltre, la Chiesa Cattolica ne ha ammesso il culto, localizzando il festeggiamento dell’anniversario nel giorno 24 ottobre per circa cinquecento anni e, infine, nel giorno del 29 settembre (insieme agli altri Arcangeli, San Michele e San Gabriele, confermandone, quindi, finalmente l’appartenenza) dopo il Concilio Vaticano II, cinquant’anni fa.