Sant'Agostino: pensiero e storia del santo
L'infanzia in Africa. Il suo incontro con S. Ambrogio. Il vescovato a Ippona. La polemica contro le eresie manichea, donatiana e pelagiana.
Vita
Nacque a Tegaste, in Africa, nel 354 da padre pagano e da madre cristiana.
Ebbe un'adolescenza movimentata, come racconta nelle "Confessioni".
A 16 anni si trasferì a Cartagine, dove incontrò la donna con cui convisse 14 anni e da cui ebbe un figlio. Fu durante questo soggiorno che s'interessò al Manicheismo, religione che si basava su una visione dualistica della realtà: il bene e il male, in lotta tra loro.
Insoddisfatto del manicheismo, desideroso di nuove esperienze intellettuali, si trasferì, nel 382, a Roma, dove aprì una scuola. Dopo pochi anni, deluso dagli studenti e dalla condotta di vita degli amici, decise di recarsi a Milano dove la sua vita ebbe una svolta. Spinto dalla madre, che intanto lo aveva raggiunto, abbandonò la sua convivente ("concubina", secondo il vocabolario di allora) e iniziò il cammino che lo porterà alla conversione. Cominciò ad andare in cattedrale ad ascoltare i sermoni di Sant'Ambrogio e ad immergersi nella lettura degli scritti dei neoplatonici e di S.Paolo. Colpito soprattutto dalle letture di S.Paolo, decise di lasciare tutto e di recarsi a Cassiciaco, vicino Milano, per meditare e conversare di filosofia coi suoi amici e la madre.
Dopo avere ricevuto il battesimo dalle mani di S.Ambrogio, nel 388 ritornò al suo paese natale, vendette tutto e fondò una piccola comunità di meditazione e di studio. Terminata questa esperienza, andò a Ippona, dove fu consacrato sacerdote dal vescovo Valerio e poi nominato "vescovo coadiutore" di quest'ultimo.
Nel 397, morto Valerio, gli successe come titolare. Il suo ministero di vescovo non lo distolse, però, dalle sue meditazioni e dalla scrittura di opere che sono rimaste nella storia del pensiero della Chiesa.
Nel 429, mentre la città era assediata dai Vandali, morì a Ippona.
Il pensiero
Se dovessi riassumere in poche parole il percorso intellettuale di S.Agostino, direi che ha trovato la fede attraverso la ricerca intellettuale e filosofica.
Farò una sintesi attraverso le sue polemiche contro il manicheismo, il donatismo e il pelagianesimo.
Contro i manichei sostenne che il male non può venire da Dio, che è la perfezione e la totalità dell'essere, mentre il male è una mancanza di essere.
Ai donatisti, che rimproveravano ai ministri della Chiesa i loro peccati, rispose dicendo che l'autorità di questi ultimi non veniva dalla loro santità ma da quella del Signore che ad essi aveva conferito l'opera pastorale.
Ai pelagianesi che negavano il peccato originale e che davano la responsabilità totale delle colpe alla volontà di ognuno, Agostino contrapponeva l'idea che solo la grazia di Dio potesse condurci alla salvezza.