Violazione della privacy: come difendersi
La privacy nell'era informatica che stiamo vivendo è un bene comune a rischio e poco difeso. Vediamo cosa è e come può essere tutelata.
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Che cos'è la privacy
Il termine privacy è di origine inglese anche se mutuato ormai in tutto il mondo e significa "riservatezza". Sono tante le possibili chiavi di lettura e i concetti esprimibili con questa parola, che riassumiamo per ovvio bisogno di brevità con il diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata.
Oggi la privacy è considerata come il diritto a disposizione di ogni essere umano di impedire che altri senza un esplicito permesso utilizzino informazioni riguardanti la sfera privata e personale.
Nessuna persona può, senza il consenso preventivo del legittimo proprietario, utilizzare per gli scopi più vari, i suoi dati e informazioni come il nome, il cognome, il numero di telefono o la e-mail.
Oggi viviamo in un’epoca nella quale la privacy di chiunque è fortemente a rischio e ci si muove tra incerte e ancora poco incisive normative ambigue e dal contorto concetto legale. In altre parole, non si sa ancora bene come tutelare e come eventualmente sanzionare.
L'esempio più lampante ci viene offerto tutti i giorni dalle tonnellate di spam digitale e telefonico che dobbiamo subire, senza che nessuno riesca a mettere un freno a questo barbaro modo di fare. Ma la violazione della privacy non riguarda solo il mondo pubblicitario ma anche, ad esempio, quello giornalistico e politico: difficile capire fino a che punto si può fotografare un vip e pubblicare poi le sue foto o pubblicare stralci di interrogatori o presunte intercettazioni telefoniche.
Come difendersi
Per quanto riguarda lo spam via e-mail, si stanno testando software antispam, ma non riescono a debellare il fenomeno. Si potrebbe e dovrebbe multare tutte quelle aziende che non rispettano il consenso scritto e che mandano materiale pubblicitario in modo indiscriminato.
Si è fatto invece un notevole passo avanti per quanto riguarda le moleste telefonate pubblicitarie al proprio domicilio. E' nato infatti il "registro delle opposizioni" che permette a chi vi si iscrive (gratuitamente) di entrare a far parte di un elenco di persone che non vogliono più ricevere chiamate a scopo pubblicitario a casa propria. le aziende avranno a disposizione questi nomi e sapranno che non devono chiamare i relativi numeri di telefono.
Riguardo alla rete, c'è ancora tanto da fare, esistono norme ma difficilmente applicabili, poiché la casistica numerosa non permette un censimento preciso delle inosservanze.