Land Rover Discovery: recensione
La nuova edizione dell'ormai storico modello 4x4 inglese. La continuità nella modernità.
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Un viaggio lungo più di 20 anni
Nel 2010, nel prestigioso contesto del Salone di New York, il fortunato modello Discovery della Land Rover ha raggiunto la sua quarta serie, proponendosi come la vera alternativa in tema di auto Rover ai colossi americani e alle ormai imperanti tendenze giapponesi in tema di veicoli a 4 ruote motrici.
Aspetti positivi
Ormai il marchio Discovery è diventato sinonimo di robustezza e affidabilità nel campo dei fuoristrada, una fama che si può facilmente definire come meritata e che riscontra ancora un ampio gradimento sia nel mercato europeo che in quello americano, contrastando la nuova Toyota Rav 4, da sempre protagonista indiscussa del settore.
La serie 4 non è certo estranea a tali considerazioni, mantenendo inoltre gran parte delle innovazioni stilistiche che avevano reso la serie precedente un prodotto più vicino al gusto contemporaneo del nuovo millennio, ammiccando l'occhio all'esigente pubblico dei SUV.
La grande innovazione di questo nuovo modello sta nell'interessantissima nuova motorizzazione diesel. Il motore V6 a doppio turbocompressore ciclo Diesel da 3 litri promette di migliorare notevolmente le prestazioni del precedente motore a gasolio da 2.7 litri, da sempre considerato piuttosto deludente dai critici più esigenti del settore, mantenendo inalterati i costi di gestione ma permettendo un deciso abbattimento dei livelli di CO2 nelle emissioni. Inoltre, i consumi risultano assai ridotti, sia nel ciclo misto che nell'urbano, da sempre punto dolente dei fuoristrada della casa inglese.
Aspetti negativi
La serie 4 della Discovery non può essere definita un vero e proprio modello, quanto piuttosto un restyling della precedente versione, della quale eredita il mastodontico motore v8 benzina da 4.4 litri, che ha sempre incontrato un'accoglienza non tanto favorevole nel contesto dei mercati europei, sempre più messi alle strette dall'incontrollato aumento dei prezzi al dettaglio dei carburanti.
Gli interventi sono soprattutto di natura estetica, come la nuova mascherina per il radiatore e i paraurti in tinta con la carrozzeria che, seppure rendano certamente più elegante la vettura, le tolgono quel brio off-road che era sempre stato uno dei cavalli di battaglia del fuoristrada inglese. Inoltre, le luci posteriori e di posizione LED, seppure gradevolissime di aspetto, comportano costi elevatissimi in caso di guasti o rotture.
Nel contesto appare un modello di transizione, che potrebbe essere nuovamente sostituito nei prossimi anni, comportando notevoli svalutazioni nel mercato dell'usato.