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Antonietta Di Martino, campionessa di salto in alto

Antonietta Di Martino ha rinverdito i fasti della grande Sara Simeoni.

Chi è

L’atletica leggera italiana, si trova da anni in difficoltà. La mancanza di strutture sportive dove convogliare gli appassionati e creare scuole in grado di insegnare le tecniche di base di discipline difficili come i lanci, i salti e le corse, sono all’origine del mancato ricambio generazionale, dopo gli splendori degli anni di Mennea, Dorio e Simeoni. Proprio la grandissima Sara Simeoni, però, sembra aver trovato una erede all’altezza in Antonietta De Martino, atleta di Cava dei Tirreni che ha saputo rinverdire i fasti della grande campionessa veronese.

La carriera

Nata il primo di giugno del 1978, la Di Martino è un’atleta abbastanza atipica. Mentre le sue colleghe sono avvantaggiate da una notevole altezza, lei è alta appena un metro e sessantanove centimetri. Ciò che lascia in fatto di altezza, lo recupera però abbondantemente in esplosività e reattività, che le permettono di esprimere un differenziale tra altezza e misura staccata, che non ha eguali. Ha iniziato lanciando il giavellotto e facendo eptathlon, per poi virare sul salto in alto solo in seguito. La sua esplosione avviene in occasione dei Campionati Assoluti di Catania, quando porta il suo primato personale a 1,98, migliorandosi in un colpo solo di ben cinque centimetri. E ai mondiali di Edmonton, un mese dopo, arriva al dodicesimo posto finale. Quando sembra pronta per decollare, una periostite e un’operazione alla caviglia la costringono a perdere ben tre stagioni. L’appuntamento è però solo rimandato al 2006, quando l’atleta di Cava arriva quinta ai Mondiali Indoor di Mosca, saltando 1,96 e dimostrando che può compiere un’ulteriore evoluzione. Che arriva nel 2007, quando comincia la stagione toccando i due metri al Meeting indoor di Banskà Bystrica, seconda italiana a riuscire nell’impresa, dopo la Simeoni. Ma non è finita, perché agli europei indoor di Birmingham coglie la medaglia d’argento, saltando 1,96 ripetendosi ai Mondiali di Osaka, dietro Blanda Vlasic, saltando 2,03. Dopo un’annata simile, ci si aspetta la conferma nel 2008, che però si trasforma in un fallimento. A partire dalle Olimpiadi di Pechino, ove la Di Martino non riesce ad andare oltre un deludente decimo posto. Quello che non le manca, però, è la capacità di riprendersi, come dimostra almeno parzialmente nel 2009, quando si conferma ad alti livelli arrivando ai piedi del podio ai Mondiali berlinesi, e, in maniera molto più rilevante, nel 2011, quando riesce a migliorare ulteriormente il primato italiano indoor saltando la misura di 2.04, ottenuta al Meeting di Banskà Bystrica. Insomma, siamo in presenza di un’atleta che ha già compiuto una carriera di rilievo e dalla quale molto ci si aspetta per l’immediato futuro.

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