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John Maynard Keynes: biografia e teorie

Breve biografia del padre della Macroeconomia

La vita

John Maynard Keynes nasce a Cambridge il 5 giugno 1883.
Nei suoi studi universitari si dedica inizialmente alla matematica, successivamente però l'interesse per la politica lo porta ad optare per l'economia, inizia così l'avventura dell'economista Keynes.
Fin da giovane inizia la sua carriera folgorante che lo porterà nel giro di pochi anni a diventare consigliere del Ministero del Tesoro per le questioni economiche e finanziarie. Un incremento di popolarità sempre maggiore culminerà infine nel 1919 con la sua nomina a rappresentante economico del Tesoro alla conferenza di pace Versailles. Al termine della conferenza giudicherà però inammissibili le sanzioni imposte alla Germania, prevedendo l'impossibilità per il paese di far fronte alle enormi riparazioni richieste e avendo quindi gioco facile nel preventivare il successivo riarmo tedesco e la conseguente ascesa del regime nazista favorita dal malcontento causato dalla politica iperinflazionistica per poter fronteggiare gli enormi debiti.
Nel 1942 viene nominato baronetto, dal 1944 è alla guida della delegazioni di Bretton Woods oltre che a capo della commissione per l'istituzione della Banca Mondiale.
Muore di infarto a Tilton il 21 aprile 1946.

Le teorie

Il pensiero keynesiano è influenzato in primis dalle origine stesse dell'eonomista. Infatti è figlio di un economista liberale e di una scrittrice attivista per i diritti umani.
Keynes ritiene che è necessario provvedere a un intervento mirato in ambito economico con misure di politica monetaria e fiscale qualora non vi sia domanda a sufficienza per garantire la piena occupazione.
Infatti, come egli spiega nella "Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta" il reddito di una Nazione è dato dal livello complessivo degli investimenti e dei consumi. Quindi in uno stato di sottoccupazione è necessario provvedere a un incremento della spesa per consumi e/o ad un incremento degli investimenti, pertanto, in base a questi ragionamenti è pienamente ammissibile, anzi consigliabile, un intervento pubblico dello Stato per "stimolare la domanda".
Queste teorie trovano ampio riscontro nella politica del New Deal attuata oltreoceano da Roosevelt.
Gli ultimi anni della sua vita partecipò come capo delegazione agli accordi di Bretton Woods dove però alle sue teorie furono preferite quelle dello statunitense Harry Dexter White.
Il sistema White prevedeva cambi fissi fra il dollaro, che poteva essere convertito in oro, e le altre monete, di fatto però con questo sistema gli Usa potevano impoverire il resto del mondo con la propria inflazione. Tali accordi cessarono negli anni Settanta con la fine della convertibilità del dollaro in oro. Il progetto di Keynes prevedeva invece una compensazione fra debiti e crediti con gli interventi dei vari paesi rapportati in base al volume del proprio mercato internazionale.

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