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Monumento funebre a Ilaria del Carretto: storia e stile architettonico

Il monumento funebre a Ilaria del Carretto è considerato uno tra i migliori esempi di scultura funeraria dell’Italia del XV secolo. E’ un opera appartenente a Jacopo della Quercia, conservata nella Cattedrale di San Martino a Lucca. Chi commissionò quest’opera a Jacopo della Quercia fu Paolo Guinigi per la moglie Ilaria del Carretto.

Un'opera importante.

Il monumento funebre a Ilaria del Carretto è un’opera molto importante, meta di molti turisti e soggetto di ispirazione di diversi artisti e poeti, tra i quali Quasimodo. Vediamo perché questa opera è così importante, qual è la sua storia e da cosa è caratterizzata a livello tecnico.

La storia e lo stile architettonico.

Ilaria del Carretto era la moglie di Paolo Guinigi, signore di Lucca nell’epoca tra il 1400 e il 1430. Quando sua moglie morì a soli venticinque anni, il marito chiese a Jacopo della Quercia di fare una scultura funeraria per Ilaria, alla quale, lo scultore, lavorò dal 1406 al 1408. Però, il corpo della donna non venne mai deposto all’interno del sarcofago, infatti, il corpo, riposa nella cappella nella Villa Guinigi. L’opera di Jacopo della Quercia venne messo al centro del duomo di San Martino a Lucca. Quando Paolo Guinigi fu cacciato da Lucca nel 1430, gli vennero confiscati tutti i suoi beni, comprese le decorazioni laterali presenti sul sarcofago di Ilaria. Dalla posizione originale, il sarcofago fu spostato nei pressi della sacrestia. Oggi, il sarcofago, è dotato di nuovo delle parti che gli erano state sottratte ed è posizionato all’interno della sacrestia. Nel 2009, Zuccarello, il sindaco del paese in cui era nata Ilaria, chiese il trasferimento della statua nel borgo ligure, ma la sua richiesta fu rifiutata. Il sarcofago raffigura Ilaria che dorme, abbigliata in modo ricco e che giace su un catafalco decorato con putti reggi festone. La giovane donna ha i capelli raccolti in una tipica acconciatura della sua epoca, con una fascia imbottita e la testa appoggiata su due cuscini. Il ritratto è molto elegante e molto dolce, ed è subito evidente il contrasto tra la bellezza della ragazza e lo stato di morte che è entrato nell’immaginario collettivo. Per quanto riguarda il panneggio, invece, è ancora tardogotico. Il motivo dei putti con i festoni sui fianchi è un esplicito riferimento all’arte classica. Ai piedi della ragazza è presente un cagnolino accoccolato, che rappresenta la fedeltà coniugale.

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